Molti gli elementi che hanno reso “speciale” questo giorno. La presenza di tante persone venute dai posti più remoti del Kenya, alcuni arrivati dopo parecchi giorni di viaggio. Tanti giovani, anziani e famiglie hanno raggiunto la zona del Kikuyu per vivere questo momento. Era una marea di 300 mila volti sorridenti e raccolti in preghiera che al momento della proclamazione di sr. Irene beata ha riempito l’aria di trilli squillanti, battimani e dal ritmo dei tamburi. La presenza del Presidente del Kenya, e vari membri del Governo centrale e della regione del Nyeri, e numerose missionarie della Consolata provenienti da 4 continenti hanno reso la cerimonia un evento speciale.
Una pagina lunga e intensa quella della Beatificazione di Irene Stefani, iniziata alle 10 del mattino e terminata verso le 16. Una giornata che è entrata nella storia e nei cuori di molta gente, non solo dei presenti, ma anche di coloro che hanno potuto seguire la cerimonia sui vari canali televisivi oppure in streaming. Penso che tutti siano stati toccati dalla vita di questa umile missionaria, che ha saputo scegliere e vivere l’Amore, incarnando, giorno dopo giorno, il proposito: Gesù solo! Tutta con Gesù! Nulla da me! Tutta di Gesù! Nulla di me! Tutta per Gesù! Nulla per me! Per questo è: Beata.
La sera precedente, il 22 maggio, a Gikondi, dove suor Irene ha vissuto gli ultimi 10 anni della sua vita missionaria durante una veglia di preghiera i testimoni che l’hanno conosciuta: John Mbutia (95 anni), Elizabeth Wangui (100 anni) e Milka Wambui Itunde (95 anni), narrano fatti e gesti semplici, feriali, ma traboccanti d’amore, per tutti, indistintamente. Le voci, i canti, le danze che si susseguono sottolineano che suor Irene Stefani, non è stata solo un’ardita assistente sociale, un’infermiera, un’insegnante… Ma una missionaria cosciente di aver ricevuto il mandato pungolante ed esaltante dell’annuncio della Buona Novella e che, nonostante la sua fragilità, Irene ha dato un volto specifico e indelebile all’Annuncio, quello di una carità vissuta a 360 gradi.
L’evento conclusivo, il 24 maggio è stata la traslazione dei resti di suor Irene Stefani custoditi nella Parrocchia del Mathari, nella Cattedrale di Nyeri dedicata alla Vergine Consolata. L’ultimo passaggio nella terra dei Kikuyu, la Beata Irene, l’ha affrontato non più calzando i duri e scomodi scarponi, ma lasciandosi trasportare, prima a spalle dai soldati della British Army, commilitoni di coloro con i quali aveva collaborato per curare i soldati feriti. Il loro gesto – ad un Secolo di distanza – ha voluto esprimere il rispetto, l’apprezzamento e l’affetto dei loro connazionali a questo Angelo della Carità. Poi, i suoi resti, collocati su un camioncino scoperto, appositamente preparato.